Le parole… e i fatti



La contestazione del Segretario Generale Nazionale della Fiom a Bergamo, nel corso della dimostrazione contro Federmeccanica, ha sollevato reazioni che hanno spostato l’attenzione su aspetti marginali e lontani dalla sostanza e dall’importanza delle questioni poste dai manifestanti. Chiunque abbia esperienza del Movimento Operaio sa bene quanto siano rare e difficili le occasioni per i militanti operai di intervenire sulla linea politica e sulla strategia delle proprie organizzazioni, e la manifestazione di Bergamo ha rappresentato in questo senso un momento importante e positivo. Le dure critiche al Segretario Generale Nazionale hanno reso evidente la consapevolezza di molti operai di trovarsi di fronte a un’offensiva di classe su larga scala e la coscienza di avere la forza per reagire adeguatamente, come hanno anche dimostrato gli scioperi di Marzo che costrinsero a ritirare il decreto legge. Chi ha contestato il Segretario Generale Nazionale ha la FIOM come riferimento, ha ben presente il ruolo che la FIOM avrebbe potuto avere in questa battaglia e ha infine sperimentato il disastro di una linea sindacale che da maggio a giugno ha ceduto senza combattere, fino alla sostanziale abrogazione dello Statuto dei Lavoratori. Non è perciò la persona di Landini, ma l'intera politica della FIOM negli ultimi mesi che la manifestazione di Bergamo ha messo in discussione. E per ragioni incontestabili, perché, di fronte al successo delle mobilitazioni di Marzo e a un Governo indebolito dalle tensioni tra le classi che rappresenta oltre che dai risultati delle elezioni amministrative, la direzione della FIOM non è stata in grado di promuovere alcuna iniziativa che facesse leva sulle tante contraddizioni per rompere l’unità che si andava formando intorno al Governo. E oggi, al posto degli scioperi, delle iniziative che possono colpire la produzione e di tutte le altre forme di mobilitazione dei lavoratori, sull’art.18 siamo di fronte a una proposta di Referendum che l’esperienza, dalla scala mobile al tentativo di estensione dell’art.18, ha dimostrato fallimentare e fuorviante, una vera dichiarazione d’impotenza. Le accuse di minare l’unità in una situazione difficile rappresentano perciò, come tante altre volte nella storia del Movimento Operaio, solo il rifiuto di un confronto sulla linea politica, sulle strategie e sulle responsabilità, che è invece obbligatorio e ineludibile. In questa situazione di attacco di classe e di difficoltà del movimento sindacale, indebolire, se non addirittura processare, come sta succedendo, le realtà operaie più combattive e i loro dirigenti, ha il preciso significato di cercare di rimuovere i gravi problemi di linea e di strategia della FIOM allineandola alle scelte della CGIL, delle altre organizzazioni sindacali e del P.D.. In presenza di una situazione di tale gravità, drammaticamente assistiamo al fatto che la capacità della Fiom di affrontare fino in fondo una vicenda viene messa in campo solo per compiere la più odiosa delle epurazioni. 
Come delegati Fiom-Cgil di Ponte San Pietro, insieme con quelli di altre fabbriche di Bergamo tra cui Same e Brembo e della Piaggio di Pontedera, ribadiamo la nostra totale contrarietà al trasferimento forzato di Eliana Como a Roma e denunciamo il fatto che in questa vicenda si stia andando avanti con forzature amministrative, senza ascoltare il suo parere (cosa peraltro prevista dal regolamento della Cgil) né tanto meno la nostra opinione. Martedì 10 luglio, senza che nessuno di noi fosse avvisato, il Segretario Generale di Bergamo ha inviato a tutte le fabbriche della zona un fax in cui dichiara che “dalla data odierna il funzionario di riferimento per la vostra azienda è il signor G. Belometti. La presente sostituisce ogni altra comunicazione in merito”. Questo fatto è gravemente irrispettoso del nostro ruolo di delegati. La Fiom in quelle fabbriche siamo prima di tutto noi. Mercoledì 11 luglio, noi delegati abbiamo inviato al Segretario Generale Nazionale e al Segretario Provinciale di Bergamo 850 firme di lavoratrici e lavoratori delle fabbriche di Eliana che chiedono che lei resti a Bergamo. A oggi nessuno si è degnato di rispondere alla richiesta fatta da centinaia di lavoratrici e lavoratori, né Borella né tantomeno Landini. Questo dà ancor di più evidenza del fatto che i nostri dirigenti non ascoltano delegati, iscritti e lavoratori. Ricordiamo che la Fiom-Cgil non è di proprietà esclusiva dei segretari generali. La Fiom-Cgil è anche nostra e soprattutto degli iscritti. Siamo noi e i nostri colleghi a chiedere che sia fatto un passo indietro e che Eliana Como resti a fare la sindacalista nel nostro territorio. Dobbiamo evitare che ci sia una caduta della Fiom nel territorio visto che molti lavoratori hanno già minacciato di dare la disdetta della tessera se Eliana sarà allontanata. Per il segretario generale di Bergamo proseguire per questa strada sarebbe un segnale di fortissima debolezza e la dimostrazione che non sa ascoltare né i delegati né gli iscritti e che non vuole essere il segretario di tutti. 

Crediamo e auspichiamo che ciò possa essere evitato. Eliana liquidata dalla Fiom di Bergamo con una mail. Il Segretario Generale di Bergamo faccia un passo indietro! Le realtà di militanti sindacali che hanno saputo sviluppare un’iniziativa e un movimento di lotta fra i più significativi a livello nazionale devono essere valorizzate, non indebolite, proprio nel momento in cui la Fiom si trova in prima fila contro la vasta e brutale offensiva dei padroni e del Governo. Oggi più che mai è necessario che le RSU e le realtà più forti e combattive che hanno promosso gli scioperi di Marzo facciano sentire la loro voce e si facciano promotrici d’iniziative che spingano la FIOM e l'intero movimento operaio a contrastare punto per punto l'attacco imminente alla contrattazione nazionale e a rivendicare il rovesciamento dei provvedimenti e della politica economica del Governo. 
 E’ decisivo per gli interessi dei lavoratori riaffermare senza ambiguità, concessioni e deroghe, i principi e gli interessi di classe e far leva sulla forza che deriva dal loro ruolo sociale e produttivo. 

I delegati e le delegate FIOM della zona di Eliana*, i delegati FIOM di Same, Brembo, Piaggio e altre. * Leotta Sebastiano (RSU N&W Global Vending), Cavalleri Susanna (RSU N&W Global Vending), Cacciapuoti Francesco (RSU N&W Global Vending), Abbatangelo Vincenzo (RSU Mollificio Sant’Ambrogio), Macchiarella Erminio (RSU Mollificio Sant’Ambrogio), Marinoni Linda (RSU Mollificio Sant’Ambrogio), Varvella Gianni (RSU Colombo Special Fasteners), Di Bella Gionatan (RSU Lametec SRL), Teli Omar (RSU Belotti), Motta Sebastiano (RSU Oteraccordi), Manzoni Manuel (RSU Bodega), Gnata Gianluca (RSU Quality Control), Longhi Giorgio (RSU Quality Control), Pipola Salvatore (RSU V.I.TRE.), Salvi Marisa (RSU V.I.TRE.), Gamba Evaristo (RSU Colombo Design), Cattaneo Mario (RSU Colombo Design), Furbo Rosario (RSU Ariete), Perico Stefano (RSU FAI), Zito Rosario (RSU IMET), Toscani Marcello (RSU CastFutura), Orlandi Elena (RSU CastFutura), Bolis Roberto (RSU Comete), Bonalumi Fabrizio (RSU Metalmec), Mauro Roberto (RSU Metalmec).

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