Piaggio.Guerra dentro la Fiom sulla questione dei sabati lavorati

Guerra dentro la Fiom alla Piaggio. Torna il deja vu della scissione del marzo scorso tra la segreteria provinciale Fiom e la maggioranza della Rsu Fiom, all'indomani della firma all'ipotesi di accordo che prevedeva la mobilità volontaria per 400 dipendenti a fronte di 45 milioni di euro di investimenti e la stabilizzazione di 262 persone. Stavolta a dividere sono i sabati lavorati, una lettera di 270 lavoratori dell'azienda di Pontedera e indirizzata alle segreterie provinciali e nazionali della Fiom, rivendica le ragioni dello sciopero del sabato, come stabilito dalla maggioranza della Rsu Fiom. Una protesta che non è riuscita a sedare nemmeno il volantino della segreteria affisso nelle bacheche degli stabilimenti in data 19 maggio. Anzi. A inasprire lo scontro è stata proprio la decisione della Fiom Cgil di non proclamare lo sciopero del sabato, in quanto «strumento non idoneo rispetto alla situazione data e anche in considerazione del fatto che questo scaricherebbe, inevitabilmente, il peso principale sui lavoratori più deboli e più ricattabili». Anche se in realtà nello stesso documento la segreteria riconosce la legittimità della proclamazione dello sciopero da parte della Rsu, così come definisce «poco comprensibile» la decisione della Piaggio di ricorrere al sabato lavorato. Ma tant'è, la discrepanza tra la Fiom Cgil e la Rsu di riferimento è chiara ed è più che sufficiente a far salire la tensione e a portare di nuovo la Piaggio indietro di tre mesi, alla vigilia di quell'accordo sulla mobilità che ha diviso i lavoratori ed è sfociato con un referendum e la vittoria dei sì.«Chiediamo che ci sia un confronto tramite assemblea sia sulla rappresentanza sindacale, sia su quali strumenti abbiamo per fa valere le nostre istanze - si legge nella lettera dei lavoratori - dato che per voi lo sciopero non è uno strumento idoneo per questa situazione». Concetto ribadito anche da Simone Selmi della Rsu Fiom: «Con una procedura aperta andare a lavorare il sabato è un controsenso e poi, lo scorso anno, è successo che lavorando il sabato i contratti a termine andarono via una settimana prima. Senza contare che nell'assemblea di marzo i lavoratori hanno votato espressamente di non lavorare il sabato».

Sonia Renzini

[Articolo su L'Unità del 18 giugno 2011 pubblicato nell'edizione di Firenze]

fonte:http://www.unita.it/


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