12 dicembre 2008 sciopero generale della CGIL con manifestazione a Pisa

Lo sciopero generale del 12 dicembre, indetto dalla FIOM ed esteso dalla CGIL e da diversi sindacati di base a tutte le categorie, rappresenta una risposta al tentativo del governo e della Confindustria di far arretrare sempre di più i lavoratori nella società e di continuare a trasferire ricchezza e potere a industriali, finanzieri e profittatori di tutti i generi. Obiettivi che sono perseguiti da una quindicina di anni (il blocco dei salari risale agli accordi del ’93) e che oggi i padroni ritengono di poter portare a termine sull’onda degli ultimi risultati elettorali e della situazione politica che ne è seguita.
Governo e Confindustria continuano infatti a introdurre leggi e norme che aumentano il potere dei padroni (incentivazione degli straordinari, riduzione dei vincoli sugli orari e sul lavoro a termine, indebolimento dei poteri degli ispettori e dei pretori del lavoro); ignorano l’evidenza dei bassi salari e cercano di azzerare il contratto nazionale; caricano sempre di più le tasse sui salari con il fiscal drag, con il trattamento di favore per le rendite e per i redditi da impresa e da lavoro autonomo e favorendo l’evasione fiscale e contributiva.
Questo si è capito bene anche con l’operazione Alitalia, che rappresenta l’applicazione, sulla pelle dei lavoratori, dell’idea che governo e Confindustria hanno dei rapporti sindacali e di lavoro: contratti individuali, espulsione di lavoratori per condizione personale, familiare, appartenenza sindacale; trattative solo con sindacati compiacenti, regali miliardari a industriali e banche.
Cisl e Uil si sono dimostrate del tutto disponibili, e stanno firmando accordi separati in questo senso in diverse categorie e sulla “riforma” della contrattazione.
La posizione della CGIL è stata oscillante negli anni e l’opposizione a queste politiche è stata rappresentata soprattutto dalla Fiom, che ha espresso con una certa coerenza gli interessi dei lavoratori, anche in occasione dei provvedimenti sulle pensioni del governo Prodi, e che per questo si è trovata in minoranza e quasi in isolamento per più di un anno. Ora i nodi vengono al pettine. I settori sociali colpiti da Governo e Confindustria sono sempre più estesi. La protesta dei lavoratori dell’Alitalia, il movimento di opposizione ai tagli del Governo sulla scuola e il prospettarsi di una crisi economica di grandi proporzioni hanno messo la CGIL di fronte alla necessità di una linea di difesa comune dei salari, dell’occupazione, delle condizioni di lavoro e dei servizi sociali.
Il 12 dicembre può rappresentare perciò anche l’inizio di un movimento sindacale che estenda e generalizzi la resistenza dei lavoratori e che per questo deve darsi un programma di rivendicazioni unificanti, che rispondano alle condizioni reali della classe lavoratrice e agli effetti della crisi economica che avanza: aumenti salariali, garanzia del reddito per i disoccupati, difesa dei diritti sindacali, estensione dei diritti politici ai lavoratori immigrati, risorse adeguate per i servizi sociali.

Redazione "il Manifestino"

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