Sale la tensione dopo l´annuncio della chiusura della fabbrica di Chivasso. Clima da anni Settanta, la Fiom preoccupata "Atteggiamento inaccettabile". I dipendenti in assemblea permanente e decisi a una lunga battaglia
Sale la tensione alla Dayco dopo la notizia della chiusura dello stabilimento di Chivasso. L´altra notte un gruppo di manager, rimasti fino a mezzanotte in ufficio, sono stati affrontati all´uscita dalla piccola folla di operai che stava presidiando la fabbrica. Ci sono stati spintoni, fischi, sputi e i dirigenti hanno dovuto lasciare l´auto in azienda e allontanarsi con altri mezzi. I pochi carabinieri di servizio sono intervenuti, ma più di tanto non hanno potuto. Un atmosfera che riporta alla memoria le tensioni degli anni '70 e che preoccupa non poco la Fiom.
«E´ inaccettabile - dichiara Giorgio Airaudo, segretario provinciale Fiom - che imprese multinazionali che hanno goduto di finanziamenti pubblici italiani per costruire gli stabilimenti scappino al primo accenno di crisi. Respingiamo i licenziamenti e chiediamo che le istituzioni, Comune, Provincia, Regione e Governo, impediscano lo sciacallaggio delle multinazionali a danno del territorio e dei lavoratori italiani».
La battaglia degli operai ha preso forma anche con il blocco del traffico sull´autostrada Torino-Milano, all´altezza di Chivasso. Gli operai hanno occupato per circa un´ora in mattinata e nel pomeriggio entrambe le carreggiate. Erano quasi 500, tutti i dipendenti ai quali è stato annunciato giovedì che avrebbero perso il posto di lavoro per la volontà dell´azienda di accorpare i due stabilimenti piemontesi di Ariasca e Chivasso. Lo sciopero prosegue a oltranza ai cancelli e i dipendenti si sono autoconvocati in assemblea permanente fino a nuova trattativa con l´azienda. Il Comune di Chivasso convocherà in tempi rapidi un tavolo istituzionale con Provincia e Regione per fare il punto sulla situazione.
La Dayco Fluid Technologies è una multinazionale americana specializzata nell´assemblare tubazioni per impianti dell´automobile. Ha in Piemonte due fabbriche con circa 470 dipendenti ciascuna. Ad Airasca produce principalmente per Fiat mentre a Chivasso lavora per diverse case automobilistiche ma soprattutto per Audi. «La prima crisi si è vista un mese con l´inizio della cassa integrazione per un quarto dei dipendenti - spiega il rappresentante Fiom per lo stabilimento di Chivasso - poi, come un lampo a ciel sereno la convocazione di giovedì da parte degli amministratori e l´annuncio che il nuovo piano industriale prevede la chiusura totale dello stabilimento di Chivasso». Gli operai hanno fermato la produzione e bloccato l´azienda fino a ieri mattina quando sono scesi in strada in corteo e hanno raggiunto la Torino-Milano bloccando il traffico per un´ora circa. Nella chiusura di questa fabbrica potrebbe nascondersi il piano degli azionisti Dayco, in particolare di Giuliano Zucco, imprenditore dell´eporediese presidente tra l´altro della squadra di calcio di Ivrea. L´azienda infatti, nata in Piemonte nel 1975, ha conosciuto un florido sviluppo e ha aperto numerosi stabilimenti in molti altri paesi del mondo a ridosso delle grandi fabbriche automobilistiche. «Secondo noi l´azienda decide di chiudere in Italia dove è nata solo per tagliare i costi e incrementare la produzione all´estero dove i costi sono più bassi».
Ottavia Giustetti
[Articolo della Repubblica "Torino" del 1 Novembre 2008]
fonte:http://torino.repubblica.it/
Sale la tensione alla Dayco dopo la notizia della chiusura dello stabilimento di Chivasso. L´altra notte un gruppo di manager, rimasti fino a mezzanotte in ufficio, sono stati affrontati all´uscita dalla piccola folla di operai che stava presidiando la fabbrica. Ci sono stati spintoni, fischi, sputi e i dirigenti hanno dovuto lasciare l´auto in azienda e allontanarsi con altri mezzi. I pochi carabinieri di servizio sono intervenuti, ma più di tanto non hanno potuto. Un atmosfera che riporta alla memoria le tensioni degli anni '70 e che preoccupa non poco la Fiom.
«E´ inaccettabile - dichiara Giorgio Airaudo, segretario provinciale Fiom - che imprese multinazionali che hanno goduto di finanziamenti pubblici italiani per costruire gli stabilimenti scappino al primo accenno di crisi. Respingiamo i licenziamenti e chiediamo che le istituzioni, Comune, Provincia, Regione e Governo, impediscano lo sciacallaggio delle multinazionali a danno del territorio e dei lavoratori italiani».
La battaglia degli operai ha preso forma anche con il blocco del traffico sull´autostrada Torino-Milano, all´altezza di Chivasso. Gli operai hanno occupato per circa un´ora in mattinata e nel pomeriggio entrambe le carreggiate. Erano quasi 500, tutti i dipendenti ai quali è stato annunciato giovedì che avrebbero perso il posto di lavoro per la volontà dell´azienda di accorpare i due stabilimenti piemontesi di Ariasca e Chivasso. Lo sciopero prosegue a oltranza ai cancelli e i dipendenti si sono autoconvocati in assemblea permanente fino a nuova trattativa con l´azienda. Il Comune di Chivasso convocherà in tempi rapidi un tavolo istituzionale con Provincia e Regione per fare il punto sulla situazione.
La Dayco Fluid Technologies è una multinazionale americana specializzata nell´assemblare tubazioni per impianti dell´automobile. Ha in Piemonte due fabbriche con circa 470 dipendenti ciascuna. Ad Airasca produce principalmente per Fiat mentre a Chivasso lavora per diverse case automobilistiche ma soprattutto per Audi. «La prima crisi si è vista un mese con l´inizio della cassa integrazione per un quarto dei dipendenti - spiega il rappresentante Fiom per lo stabilimento di Chivasso - poi, come un lampo a ciel sereno la convocazione di giovedì da parte degli amministratori e l´annuncio che il nuovo piano industriale prevede la chiusura totale dello stabilimento di Chivasso». Gli operai hanno fermato la produzione e bloccato l´azienda fino a ieri mattina quando sono scesi in strada in corteo e hanno raggiunto la Torino-Milano bloccando il traffico per un´ora circa. Nella chiusura di questa fabbrica potrebbe nascondersi il piano degli azionisti Dayco, in particolare di Giuliano Zucco, imprenditore dell´eporediese presidente tra l´altro della squadra di calcio di Ivrea. L´azienda infatti, nata in Piemonte nel 1975, ha conosciuto un florido sviluppo e ha aperto numerosi stabilimenti in molti altri paesi del mondo a ridosso delle grandi fabbriche automobilistiche. «Secondo noi l´azienda decide di chiudere in Italia dove è nata solo per tagliare i costi e incrementare la produzione all´estero dove i costi sono più bassi».
Ottavia Giustetti
[Articolo della Repubblica "Torino" del 1 Novembre 2008]
fonte:http://torino.repubblica.it/
Commenti
Andrea operaio Dayco di Chivasso
Speriamo che inizino a tagliare i tre fantomatici manager che hanno rovinato lo stabilimento di Chivasso e via via tutti i loro cagnolini...
Un operaio DAYCO ...OHPSS.. DYTECH di Chivasso.
Cinque giorni di bei ricordi!
dopo gli eventi degli ultimi giorni, picchetti, presidi e nottate accanto al fuoco...è uscita tutta la merda che già si sapeva,altra che si sospettatava e altra che non pensavamo...ma non tutti i mali vengono x nuocere, è venuto fuori il buono, l'attaccamento da parte di molti alla dayco. uninti come siamo riusciremo a mandarli via sti faccia di merda...
e comunque vada... è stato un onore lavorare con voi ragazzi...
quelli che sanno, capiranno...
cmq spalle al muro...non si sa mai...
PS- proporrei una passatina anche a cavallo!!!
un operaio di una ditta a voi vicina
pensiamo solo che sarebbe stato un natale di merda, se fosse stato x qualcuno... invece con la collaborazione di tutti siamo riusciti, almeno x questo anno, a passare le feste con un pò gioia.
ma ricordate, che quando torneremo dalle vacanze, se ancora ci sarà qualcosa, saremo più combattivi di prima...
non sottovalutateci!!!