Una lettura flash dei dati INPS sulle assunzioni nel 2016 a cura della Fondazione Di Vittorio.
Crollano i contratti a tempo indeterminato, continuano a crescere i voucher e, come sostiene Fulvio Fammoni, il sistema produttivo italiano continua a non generare quantità di lavoro sufficienti a ridurre la disoccupazione e a dare
risposte ai giovani.
Crollo dei contratti a tempo indeterminato
Il saldo occupazionale complessivo del tempo indeterminato nel 2016 (incluse le trasformazioni che però
riguardano rapporti di lavoro già esistenti) +83 mila, è molto basso (senza le trasformazioni, peraltro in netto
calo, il saldo sarebbe stato largamente negativo, oltre -370 mila unità.). Nel 2015 era stato di +934 mila.
Questo dato va letto in rapporto al calo dei flussi in uscita nel 2016, anche per la riduzione dei pensionamenti
FPLD (vecchiaia, anzianità, invalidità) di -50 mila unità, oltre il 60% del saldo.
I nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati nel 2016 sono stati 1.265 mila; inferiori non solo a
quelli del 2015 (2.028 mila, -37,6%), ma addirittura a quelli del 2014. Si è dunque verificato un vero e proprio
crollo delle assunzioni rispetto all’anno precedente, con una diminuzione di circa -760 mila unità.
Le assunzioni a termine nel 2016 sono invece in forte crescita, oltre 3,7 milioni e, assieme alle assunzioni
stagionali pari a 565 mila unità, rappresentano il 74% dei nuovi rapporti di lavoro. La variazione netta delle
assunzioni a tempo determinato è stata nel 2016 di circa +221 mila, contro un variazione negativa di -253
mila nel 2015 ed un saldo pressoché nullo nel 2014.
La vendita dei voucher nel 2016 è stata superiore ai 133 milioni (+23,9% rispetto al 2015 e ben +95% rispetto
al 2014), ed anche a gennaio del 2017 la crescita continua, con +3,9% rispetto allo stesso mese del 2016.
Escludendo i voucher, il saldo occupazionale complessivo, pari a +340 mila unità, è per il 65% attribuibile
all’aumento del tempo determinato.
In sintesi –commenta Fulvio Fammoni, Presidente della Fondazione Di Vittorio- nel 2016, si è verificato un
vero e proprio crollo dei contratti a T.I. rispetto all’anno precedente. E’ la conferma che, a produrre
l’aumento delle assunzioni nel 2015 sono stati gli incentivi, peraltro con costi molto elevati e che il sistema
produttivo italiano continua a non generare quantità di lavoro sufficienti a ridurre la disoccupazione e a dare
risposte ai giovani.
I voucher a gennaio 2017 aumentano rispetto allo stesso periodo del 2016, così come sono continuati a
crescere negli ultimi tre mesi dello scorso anno (inizio dell’adozione della tracciabilità). Sono i numeri quindi
che confermano che il problema non solo non è superato ma che dopo due anni di boom anche nel 2017 è
prevedibile che il record assoluto delle vendite sarà superato.
Si conferma che le forme di lavoro instabile sono assolutamente predominanti nell’ accesso al lavoro. A ciò
si può aggiungere che i licenziamenti per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo sono cresciuti del
26% (+15,6 mila unità) rispetto al 2015 e del 34% (+18,8mila) rispetto al 2014.
Questo è il bilancio, basato sui dati ufficiali, dell’attuazione del Jobs Act nel 2016
Commenti