Il fiore all'occhiello

Ho letto l'intervista di Landini. Tutto giusto, tutto condivisibile. Ma non basta dire la verità e criticare la CGIL per le sue scelte. Alla fine la posizione di Landini e della Fiom diventano il fiore all'occhiello della CGIL collaborazionista con il governo che ha "spacchettato" l'art.18 e quasi abolito il reintegro mentre ha confermato con inaudita crudeltà sociale la cosidetta "flessibilità" in entrata. Inoltre farà pagare ai pensionati ed ai lavoratori dipendenti il finanziamento degli ammortizzatori sociali che peraltro non saranno per tutti. Vince la linea della riduzione del male imposta da Bersani ma il male che rimane è troppo ed insopportabile. La critica della Fiom diventa uno strumento per "trattenere" dentro la CGIL e dentro il PD il dissenso impedendo che si coaguli autonomamente all'esterno.Non basta dire bisogna confermare lo sciopero generale come fa Landini, uno sciopero proclamato per la fine di maggio (sic!). Una volta diventata legge la riforma del mercato del lavoro si aggiungerà alla montagna di macerie alle quali è stato ridotto il diritto del lavoro. La Fiom deve rompere con la segreteria della CGIL con i fatti oltre che con i comunicati. Se non lo farà il bilancio sarà fallimentare e lo stesso sciopero generale la celebrazione di un rito che il Potere dà per scontato e di cui non ha alcun rispetto o timore. Se alla fine non succederà niente e la Fiom continuerà a militare seppur criticando e brontolando dentro la CGIL si farà del male ritenendo di fare del bene. Oramai è provato: non c'è alcuna possibilità di schiodare la CGIL dalle latitudini che condivide con Cisl ed Uil. Non c'è proprio niente da fare. 


Commenti

Gianni Morchio ha detto…
Credo che sia necessario andare un po' piu' a fondo. Nelle scorse settimane gli operai di tante fabbriche, attraverso le iniziative delle RSU, hanno sostenuto e mostrato, di fronte a tutte le altre classi, gli interessi fondamentali e la forza della classe lavoratrice. Il peso di questa mobilitazione si è visto benissimo nei suoi effetti sulla stessa tenuta del governo e del fronte sociale e politico che lo sostiene. Si tratta di andare avanti cosi', non sui pasticci sull'articolo 18 e sui dilemmi di FIOM e CGIL, ma sul ruolo e il peso sociale e politico che la classe lavoratrice puo' assumere attraverso la diffusione delle iniziative di mobilitazione e di lotta come in questi giorni. Non si tratta di contrattare con questo governo la politica economica e sociale, ma di rovesciarne i presupposti e gli obiettivi, a partire dalle pensioni e dalla politica fiscale, e le lotte di questi giorni hanno dimostrato che ci sono le forze in grado di farlo.