Coordinamento Uniti Contro La Crisi: "Lo sciopero di domani è solo l'inizio"

Un'assemblea cittadina ha discusso dello sciopero generale indetto dalla FIOM-CGIL per i metalmeccanici e allargato a tutte le categorie di lavoratori dai COBAS. Gli organizzatori: "Mettere insieme i diversi percorsi di mobilitazione in vista di possibili convergenze su future vertenze locali e nazionali"

Scommessa riuscita martedi sera (25 gennaio) all'Assemblea Cittadina promossa dal Coordinamento Uniti Contro La Crisi di Pisa: coordinamento nato dalla manifestazione del 16 ottobre (indetta dalla Fiom-Cgil a Roma e per la quale da Pisa partirono in 500) e che riunisce soggetti anche molto diversi. Non capita tanto spesso di vedere riuniti assieme fianco a fianco, ad ascoltare e dibattere, e in una sala tanto gremita (un centinaio le presenze, molti i giovani), studenti, precari, lavoratori dell'industria, della scuola e dell'università, esponenti di movimenti e partiti, delegati e dirigenti dei sindacati, come pure semplici cittadini. Soprattutto non è comune sentire intervenire nella stessa serata soggetti tanto variegati, appartenenti a gruppi, partiti e sindacati spesso così poco capaci di mettersi in connessione tra di loro. Una risposta molto forte che indica come l'esigenza di unire le lotte sia ormai realmente sentita e non un semplice slogan.Scopo di questa Assemblea aperta, per il coordinamento che l'ha promossa, era non solo parlare dell'importante scadenza più ravvicinata, ovvero dello sciopero generale del 28 gennaio, indetto dalla FIOM-CGIL per i metalmeccanici e allargato a tutte le altre categorie di lavoratori dai COBAS, ma anche provare a parlarsi per mettere insieme i diversi percorsi di mobilitazione in vista di possibili convergenze su vertenze locali e nazionali; come indicato nel titolo stesso dell'Assemblea "Verso lo sciopero del 28 gennaio ed oltre" e come ribadito nell'introduzione da Alessandro Breccia, dell'Assemblea Precari dell'Università di Pisa e parte del Coordinamento.Difficile rendere conto dei numerosi interventi di una serata così lunga e ricca dove sono si sono alternati tutti quei soggetti che sono toccati in forme diverse dalla crisi: dagli studenti dei diversi gruppi universitari (Sinistra Per e Tijuana Project), agli esponenti del mondo del lavoro con RSU sia FIOM che COBAS di diverse aziende e realtà lavorative della Provincia di Pisa e oltre: dalla Piaggio di Pontedera (e indotto), alle aziende hi-tech del Polo di Navacchio, alla Continental, fino alla Eaton di Massa; dai precari del mondo della formazione e della ricerca (dell'Assemblea Precari), agli RSU COBAS e FLC della Scuola, dell'Università e del Settore Pubblico; fino ad arrivare al segretario provinciale di Rifondazione Comunista, ai Movimenti per la ripubblicizzazione dell'acqua e al segretario provinciale della FIOM di Pisa. Uno spaccato di quanto ormai la percezione della crisi sia ormai diffusa in soggetti tanto diversi, accomunati dalla necessità di incrociare esperienze e percorsi di lotta.Moltissimi anche i temi affrontati da coloro che sono intervenuti in Assemblea. I vari soggetti, del mondo della formazione e del lavoro non si sono però limitati a parlare soltanto delle loro vertenze specifiche: dal tema della precarietà del mondo universitario, a quello della distruzione della Scuola e dell'Università Pubblica, alle problematiche specifiche delle varie aziende in cui si trovano a lavorare gli RSU (o a non lavorare più come nel caso della Eaton di Massa).Un dato comune a tutti è stato infatti quello di partire dalle proprie specificità, anche molto importanti, e su cui si costruiscono lotte e vertenze specifiche, per arrivare a parlare di temi e problematiche comuni a tutti, lavoratori cosiddetti garantiti, precari e studenti. Molti sono i temi comuni che sono stati ripresi da più di un intevento e le connessioni potenziali tra le varie vertenze che sono venute alla luce.Un forte appoggio è stato espresso da tutti allo sciopero del 28 gennaio indetto da FIOM, COBAS e Sindacati di Base. Uno sciopero tanto più importante, come evidenziato in molti interventi, dopo la vertenza Mirafiori e il referendum-ricatto di Marchionne ("diritti o lavoro"), che prefigura un'uscita dalla crisi fatta di supersfruttamento e cancellazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (sostituito da contratti individuali o aziendali dettati dall'azienda); e che cancella il diritto di sciopero e alla rappresentanza sindacale (in fabbrica ci dovranno essere solo i delegati nominati dai sindacati conniventi con l'azienda) al fine di impedire qualsiasi protesta da parte dei lavoratori, ridotti a pura merce.Una vertenza che esula il settore del lavoro metalmeccanico: il Modello Marchionne vogliono estenderlo a tutta l'industria ed oltre, secondo l'analisi espressa da molti degli interventi. Per questo l'avviso comune di tutti i presenti sul fatto di fare fronte comune con i lavoratori di Mirafiori che si sono trovati al centro di uno scontro che va ben al di là della loro vertenza e che vuole imporre con la forza del ricatto un modello autoritario di relazioni che sfruttano il lavoro e gli negano qualsiasi voce.Proprio il tema della democrazia sindacale è stato al centro di molti interventi, con gli RSU Cobas che hanno denunciato come i sindacati di base, siano da sempre sottoposti all'inagibilità, sia per l'impossibilità di convocare le assemblee che per l'impossibilità di eleggere propri rappresentanti, e per la loro esclusione dalla contrattazione. Questo in conseguenza degli accordi stipulati negli anni '90 dai sindacati Confederali. Un modello di relazioni sindacali che ora viene estremizzato ulteriormente a partire dalla vicenda Fiat e dai contratti separati firmati da CISL e UIL ("sindacati complici"): la contrattazione potranno farla solo i sindacati che sono d'accordo con l'azienda e sarà ridotta alla firma di un contratto imposto dalla direzione.Sempre sul tema della democrazia sindacale è stato posto il tema del referendum, strumento democratico molto importante che però viene usato in maniera sempre più distorta: da una parte si nega la possibilità ai lavoratori di votare su accordi che li riguardano, dall'altra si impongono referendum solo quando l'azienda è sicura di vincere, grazie al ricatto del posto di lavoro (vedi le vicende di Pomigliano e Mirafiori) e all'appogio dato da sindacati che ormai fanno solo gli interessi dell'azienda. E' stato fatto l'esempio locale della Piaggio di Pontedera dove, con il supporto dei 900 impiegati (su 5000 addetti), sono stati fatti passare accordi pessimi che aumentano lo sfruttamento degli operai in catena di montaggio, mentre non toccano minimamente le condizioni di lavoro degli impiegati stessi.Essenziale, secondo molti degli interventi, sarebbe una legge sulla rappresentanza che desse maggior potere e rappresentanza a chi lavora, in modo da evitare che a decidere sulla pelle dei lavoratori siano sindacati per niente rappresentativi. Una legge non a caso osteggiata da Governo, Confindustria, CISL e UIL, ma che fu bloccata anche dall'ultimo Governo Prodi.La democrazia, nei posti di lavoro e nella società è stata un tema al centro del dibattito, in tutte le sue sfaccettature: il forum per l'acqua pubblica ha messo in rilievo, oltre all'importante battaglia per l'acqua bene comune che sta conducendo (e che ha portato al referendum che si terrà tra non molti mesi), proprio la democrazia partecipata come forma possibile dello stare insieme per prendere decisioni e provare a cambiare la società anche a partire dalle pratiche agite dal basso, in coerenza con gli obiettivi che ci si pongono.Strettamente connesso al tema della democrazia, è stato il tema, sollevato da più parti, dell'assenza della Politica, pochissimo presente del resto anche nell'assemblea. La critica è totale a partiti sempre più autoreferenziali e impermeabili alla società, schierati coi poteri forti e ancora portatori del pensiero unico liberista che ci ha portato alla crisi attuale. L'appoggio al Modello Marchionne e alla sua idea di società basata su sfruttamento e autoritarismo, da parte di gran parte della cosiddetta opposizione (PD in testa), è stato ripreso da più parti. Come pure la necessità di un soggetto politico attualmente assente, capace di rappresentare il lavoro e di dare forza e concretezza alle sue battaglie.Non sono mancati i momenti di dibattitto anche franco, soprattuto rispetto alla partecipazione alle manifestazioni che si terranno nella giornata del 28 gennaio: alcuni dei soggetti presenti hanno scelto di andare a Massa, anche per l'importanza della vertenza Eaton, mentre altri hanno scelto di andare a Torino per il valore simbolico nazionale che ha assunto. Ad ogni modo nei vari interventi, pur nella diversità delle opinioni, tutti hanno invitato alla più larga partecipazione alle varie manifestazioni che si terranno sul territorio nazionale.Al di là dell'appuntamento, il punto sollevato da studenti e precari, è stato piuttosto quello della necessità di costruire percorsi comuni di lotta attraverso il riconoscimento reciproco dei soggetti, in un dialogo tra pari, che consenta di andare oltre le consuete dinamiche della solidarietà tra mondi diversi. Una critica, ma anche un auspicio di molti degli intervenuti come metodo da seguire in futuro per rendere concreto lo slogan "unire le lotte".A conclusione dell'Assemblea che si è protratta fino a tardi, è stato fatto l'auspicio di non lasciar cadere nel vuoto l'evidente richiesta di momenti di confronto come questi, e di provare quindi a rivedersi anche dopo lo sciopero del 28 gennaio: una tappa di un percorso di lotte e mobilitazioni più ampie che portino, anche sul terreno locale, alla convergenza su vertenze e obiettivi comuni, al di là delle singole appartenenze.Un invito quindi a rivedersi quanto prima per rendere effettivo il percorso nato con la manifestazione del 16 ottobre e che ha trovato nuova linfa dalla resistenza degli operai di Mirafiori: un percorso che va riempito di pratiche e contenuti concreti da costrurire insieme, anche a partire da momenti come questi.

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