Fare chiarezza sulla CIG alle meccaniche

Le molte settimane di cassa integrazione alle meccaniche sono la conseguenza di decisioni della Piaggio che da anni contestiamo e combattiamo, mentre, al contrario, altri delegati e sindacati le hanno condivise dicendo ai lavoratori che con quelle decisioni si garantiva lo sviluppo e l’occupazione.
La stessa accettazione della mobilità del 2011 (300 operai) e’ stata un’ ulteriore firma in bianco che di fatto ha agevolato le intenzioni di ridimensionamento produttivo, in modo più evidente alle meccaniche, ed il conseguente aumento delle importazioni da parte di Piaggio. 
L’esatto contrario di quanto la Piaggio si era impegnata a fare a partire dal ’95, in cambio di riduzione delle pause, aumento dei ritmi e flessibilità. Oggi infatti oltre il 30% dei motori montati in 2R viene importato. 

Lavoratori, rispetto a queste scelte e a queste prospettive ci sono due strade: una è quella di continuare a subirle e a fidarsi di promesse, fumose e mai mantenute, dell’azienda e di certe forze sindacali, l’altra è quella di opporsi con determinazione e impedire lo smantellamento delle meccaniche e di altre lavorazioni, sostenendo rivendicazioni individuate da tempo e puntualmente elencate nella piattaforma per l’integrativo approvata la scorsa primavera.

Ma già nel 2011, in occasione dell’accordo sulla mobilita’, in assemblea i lavoratori avevano votato una mozione molto chiara, ignorata dai segretari prov.li e dalla maggioranza dei delegati. La riportiamo qui sotto per l'attualità dei contenuti e anche per ricordare a tutti che le decisioni dei lavoratori devono essere la base di qualsiasi mandato e qualsiasi trattativa. 

Mozione dell’8 marzo 2011 

L’assemblea dei lavoratori, riunita l’8 marzo 2011, giudica negativamente l’accordo sulla mobilita’ proposto dalla Piaggio. La riduzione dell’occupazione del 10 per cento previsto dall’azienda significa di fatto o la diminuzione della produzione a Pontedera, e specificamente alle meccaniche, e l’aumento dei ritmi di lavoro. Sacrosante sono le aspettative di chi vuole andare in pensione, visti anche i continui attacchi di questi anni all’eta’ pensionabile e i ritmi di lavoro pesantissimi. Giustissime sono le aspettative di chi vuole un contratto stabile e a tempo pieno per farla finita con contratti ricattatori e precari. Ma l’assemblea ritiene che queste esigenze debbono essere affrontate all’interno di una discussione generale sulle condizioni di lavoro in fabbrica, e in particolare vadano discusse e risolte due questioni fondamentali per tutti i lavoratori della Piaggio: 

1) Il futuro delle meccaniche 
Si e’ assistito in questi ultimi anni alla continua diminuzione della produzione e dell’occupazione alle meccaniche e all'aumento consistente e costante dei motori e dei componenti provenienti dalla Cina 
2) I ritmi di lavoro 
Erano già  insopportabili e l’azienda li ha arbitrariamente e unilateralmente aumentati del 7-8 per cento a partire dal novembre scorso e si avvicina il periodo in cui bisognerebbe lavorare anche il sabato a flessibilità’.

L’assemblea dei lavoratori chiede: 
  • Impegni precisi, garantiti e verificabili sulle meccaniche (livelli produttivi e numero addetti) 
  • Che si ritorni immediatamente ai ritmi di lavoro di novembre, si scrivano norme vincolanti che impediscano aziendale l’aumento unilaterale dei ritmi, si affronti globalmente una discussione seria su ritmi e intensiva del lavoro, che stanno distruggendo oggi la salute dei lavoratori 

L’assemblea inoltre ritiene non accettabile la sottoscrizione di accordi in cui l’azienda prende immediatamente tutto quanto dai lavoratori in cambio di impegni futuri che a partire dal 1995, con la promessa delle nuove meccaniche, vengono puntualmente non mantenuti.
L’assemblea dei lavoratori non da’ alcun mandato alla delegazione trattante e alle segreterie provinciali a continuare la trattativa e a sottoscrivere l’accordo proposto da Piaggio, e decide lo stato di mobilitazione a partire dallo sciopero della flessibilità e dello straordinario.

I DELEGATI FIOM ELETTI DAI LAVORATORI

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