No al patto sociale! Questo è l'accordo che vogliono i padroni.

Sotto l'egida del governo di larghe intese, Cgil Cisl Uil e padronato si avviano a concludere un nuovo patto sociale su rappresentanza e democrazia. Cgil Cisl e Uil si sono presentate al tavolo con Confindustria - senza alcun mandato dei lavoratori - con un documento unitario (quello del 30 aprile) che è il prodotto di un accordo esclusivamente tra vertici, raggiunto senza alcuna trasparenza, discussione né tanto meno partecipazione all'interno della nostra organizzazione. Quel documento si richiama in tutto al precedente accordo unitario del 28 giugno 2011, allora fortemente criticato da tutta la Fiom - è bene ricordarlo! - perchè legittimava, tra le altre cose, le deroghe ai contratti nazionali e la limitazione del diritto di sciopero per le Rsu. Sul documento del 30 aprile c'è ad oggi un giudizio positivo anche della Fiom, perchè introdurrebbe la "consultazione certificata dei lavoratori" nella definizione di un contratto nazionale sottoscritto dalla maggioranza dei sindacati. Noi temiamo però che la "consultazione certificata" (non a caso non si usa la parola "referendum") non sia affatto indicata come obbligatoria ma soltanto auspicata, come dire che i lavoratori possono esprimere il loro giudizio finale ma non impedire nuovi accordi separati. E comunque le regole con cui dovrebbe avvenire la consultazione sono rimandate alla discussione nelle categorie e addirittura per ogni contratto nazionale, quindi senza alcuna certezza di risolvere nella categoria dei metalmeccanici i conflitti con Fim e Uilm che hanno portato gli ultimi due contratti nazionali separati. In cambio di questo impianto - in cui il voto dei lavoratori rischia di essere soltanto una vana promessa - la Confindustria chiede esplicitamente l'esigibilità dei contratti, cioè meccanismi che vincolino il potere delle Rsu di contrastare un accordo peggiorativo delle condizioni di lavoro, persino limitandone il diritto di sciopero. 

Come Rsu Fiom della Piaggio di Pontedera e della Same di Treviglio esprimiamo un giudizio fortemente critico nei confronti di questa ipotesi, in primo luogo per la totale mancanza di trasparenza con la quale la Cgil si è seduta al tavolo, prima con Cisl e Uil, poi con Confindustria. Nel merito, riteniamo totalmente indisponibile il potere della Rsu e dei delegati di contrastare un accordo che non condividano e soprattutto riteniamo inaccettabile ogni possibile limitazione al diritto di sciopero, in qualsiasi forma essa venga prevista. Questo patto lo vogliono i padroni! Vogliono definire regole - come quelle che ha già ottenuto Marchionne con la complicità di Fim e Uilm - per imporre le loro continue richieste di peggioramento dei contratti e delle condizioni salariali e di lavoro. Vogliono ottenere l'obbedienza e la resa anche delle organizzazioni e delle Rsu che ancora non vogliono piegare la testa. Noi non ci stiamo. Pensiamo che la Fiom debba dire no a questo patto, anche perchè, già oggi, esso recepisce totalmente l'accordo del 28 giugno 2011, con tutto ciò che questo comporta, in particolare sulle deroghe. Per noi è ancora attuale la scelta fatta tre anni fa a Pomigliano e Mirafiori di non cedere al ricatto di Marchionne e questa linea non si pratica con i patti tra sindacati e padroni. Invitiamo anche le altre Rsu a opporsi e i lavoratori e le lavoratrici alla massima mobilitazione. Dichiariamo sin da subito che non ci sentiremo vincolati a rispettare un accordo con questi contenuti e che saremo impegnati a contrastarne l'approvazione e l'applicazione. 

Rsu Fiom Piaggio (Pontedera) - Rsu Fiom Same (Treviglio)

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