Il giudizio del sindacatoaltracosa in FIOM sull’ipotesi d’intesa raggiunta per il contratto nazionale dei metalmeccanici è totalmente negativo.
Non solo infatti si introduce per la prima volta un aumento non certo ma meramente ipotetico del salario al momento della stipula. Se anche l’ipotesi previsionale fosse confermata, l’aumento in questione sarà di soli 51,7 euro sui minimi in 4 anni,
ovvero quasi la metà di quanto stipulato da pressoché tutte le altre
categorie della Cgil. Peraltro, gli aumenti saranno dati con enorme
ritardo, sei mesi la fine dell’anno di riferimento.
Questo accordo mette la parola fine a qualsiasi possibilità futura di
contrattazione e aumento del salario da parte sindacale a livello
nazionale e generale, attraverso l’introduzione del meccanismo
dell’aumento automatico e esclusivo dei minimi ex post in base
all’indice IPCA reale. Stessa caratteristica avrà l’elargizione dei
piani di Flexible Benefit, le cui modalità di gestione e caratteristiche
saranno lasciate completamente in mano aziendale.
A questo si aggiunga l’assorbibilità di tutti gli incrementi fissi della contrattazione aziendale futura
(ad eccezione di quelli legati alla modalità di effettuazione della
prestazione) e di quella individuale. D’ora in avanti gli aumenti del
contratto nazionale non varranno più per tutti, esattamente come
richiesto fin da subito da Federmeccanica, a meno che i premi di
risultato non siano tutti variabili, come d’altra parte espressamente
indicato dalla stessa ipotesi di accordo. Ciò determina la fine di quella politica salariale di secondo livello basata sul consolidamento dei premi
che, come Fiom, abbiamo provato a portare avanti in questi anni con
grandi difficoltà. Anche i soldi dati dalla controparte alle voci
previdenza integrativa e sanità non sono per tutti ma solo per chi
usufruisce di tali istituti.
Essendo rinnovato il ccnl separato del 2012 vengono di fatto
accettati anche dalla Fiom quei peggioramenti contro cui ci siamo
opposti in questi anni come per esempio la malattia, il numero di ore di straordinario obbligatorio e la flessibilità.
A questo si aggiungano una serie di ulteriori peggioramenti persino al ccnl 2012 sia sulla gestione della legge 104 (si chiede una pianificazione 10 giorni prima del mese di riferimento), sui trasferimenti (si innalza l’età massima per cui sono obbligatori a 52 anni per gli uomini e 48 per le donne), sul futuro inquadramento che rischia di aprire a possibilità di demansionamenti e perdite.
A questo si aggiungano una serie di ulteriori peggioramenti persino al ccnl 2012 sia sulla gestione della legge 104 (si chiede una pianificazione 10 giorni prima del mese di riferimento), sui trasferimenti (si innalza l’età massima per cui sono obbligatori a 52 anni per gli uomini e 48 per le donne), sul futuro inquadramento che rischia di aprire a possibilità di demansionamenti e perdite.
Infine l’intesa dà applicazione al Testo Unico del 10 gennaio
2014, riconoscendo così le intese modificative (leggi deroghe) contro
cui abbiamo lottato negli scorsi 8 anni. Tali deroghe saranno
un elemento di straordinario ricatto a cui sarà difficile opporsi anche
qualora venisse introdotto (cosa che comunque ad oggi il testo ancora
non prevede) il vincolo che possano avvenire solo d’intesa con tutte le
sigle sindacali territoriali. Inoltre, è pericoloso e sbagliato che si
affidi a una commissione che partirà solo dopo la firma del contratto il
compito di deliberare su temi delicati previsti dal TU come
l’esigibilità degli accordi (leggi possibili clausole di raffreddamento
e/o sanzioni).
Un tale insieme di regole, oltre a rappresentare un sistema
contrattuale completamente nuovo, significa lo smantellamento completo
del contratto nazionale così come lo abbiamo conosciuto in questi
decenni nel suo ruolo di tutela generale dei diritti dei lavoratori.
Nei prossimi giorni, pubblicheremo un volantino più dettagliato. Da subito diciamo che sosterremo tutti i delegati e le delegate che si opporranno a questa intesa.
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