Il prossimo 8 marzo sarà sciopero internazionale delle donne!
Sulla spinta delle donne argentine e polacche, in tante parti del mondo le donne si stanno mobilitando.
In Italia, dalla bellissima manifestazione del 26 novembre a Roma, il movimento di NON UNA DI MENO sta dando vita a una vera e propria mobilitazione del paese, che porterà l’8 marzo a essere non soltanto una giornata di commemorazione ma di lotta.
L’8 marzo sarà sciopero – di genere e dai generi – non soltanto in Italia, ma in altri 40 paesi del mondo, diversi dal punto di vista dell’economia, del diritto, degli usi e dei costumi, ma simili per quanto riguarda la generale condizione di subalternità e violenza contro le donne.
In Italia, dalla bellissima manifestazione del 26 novembre a Roma, il movimento di NON UNA DI MENO sta dando vita a una vera e propria mobilitazione del paese, che porterà l’8 marzo a essere non soltanto una giornata di commemorazione ma di lotta.
L’8 marzo sarà sciopero – di genere e dai generi – non soltanto in Italia, ma in altri 40 paesi del mondo, diversi dal punto di vista dell’economia, del diritto, degli usi e dei costumi, ma simili per quanto riguarda la generale condizione di subalternità e violenza contro le donne.
LOTTO marzo sciopereremo:
– contro la violenza di genere, contro le sue cause sociali e
economiche e contro la cultura patriarcale e retrograda che le alimenta;
– per i diritti delle donne e contro lo sfruttamento. Contro i bassi
salari, le discriminazioni, i sottoinquadramenti, la precarietà. Per la
cancellazione del Jobs act e della legge Fornero.
Per la riconquista
dell’art.18 e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
– per la difesa della scuola e dell’università pubblica e per la cancellazione della Buona scuola;
– contro l’ineguale divisione del lavoro di cura, il taglio dei
servizi sociali e la loro privatizzazione, contro il welfare aziendale e
per la riconquista di servizi pubblici universali;
– per la difesa del diritto all’aborto e l’abolizione dell’obiezione di coscienza, per il pieno accesso alla Ru486;
– per i diritti civili e per la libertà di tutte le donne, italiane e migranti.
È importante che ci sia una risposta forte nei posti di lavoro. Per
fermare la violenza sulle donne è necessario mettere in discussione
l’intero sistema. Non basta dire che siamo contro la violenza, se poi
accettiamo che le donne siano sempre pagate meno e più discriminate sui
posti di lavoro.
Tante donne non riescono a liberarsi da situazioni di violenza all’interno delle famiglie anche perché non sono autonome economicamente, hanno un salario troppo basso, un lavoro precario o una pensione da fame anche se hanno faticato tutta la vita.
Tante donne non riescono a liberarsi da situazioni di violenza all’interno delle famiglie anche perché non sono autonome economicamente, hanno un salario troppo basso, un lavoro precario o una pensione da fame anche se hanno faticato tutta la vita.
La giornata di sciopero è stata lanciata dal movimento delle donne,
sulla spinta del movimento internazionale. La CGIL ha indetto varie
iniziative ma non ha raccolto l’appello a dichiarare sciopero. Lo ha
fatto soltanto la FLC CGIL (scuola università ricerca), dichiarando
sciopero dell’intera giornata sia sui temi delle donne che sulla
vertenza della scuola contro il Governo. Pensiamo che sia stato un
errore da parte della CGIL non dichiarare sciopero generale di tutte le
categorie ma soltanto nel settore della conoscenza. Tuttavia, tante
delegate e lavoratrici della CGIL hanno partecipato in questi mesi al
percorso di mobilitazione contro la violenza sulle donne e per
rivendicare condizioni salariali e di lavoro dignitose e varie RSU della
Cgil hanno aderito allo sciopero.
In ogni modo, varie sigle dei sindacati di base hanno proclamato lo
sciopero generale dell’intera giornata in tutti i settori del mondo del
lavoro. Tutte le donne potranno quindi scioperare. E potranno farlo
anche gli uomini che vorranno aderire e sostenere l’iniziativa. Perché
non si migliorano le condizioni di lavoro di nessuno, se non si mette in
discussione il più generale sfruttamento delle donne.
Per questo sciopereremo comunque l’8 marzo. Se le nostre vite non valgono, noi non produciamo!
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