Il padrone di Dna ha dovuto revocare i licenziamenti

Pontedera, subappalti Piaggio 

Il 18 gennaio si è saputo che la Cooperativa Dna, detentrice del subappalto per il “confezionamento scambistica” al magazzino ricambi del polo logistico Piaggio a Pontedera, revocava i quattro licenziamenti annunciati tre giorni prima. Per i lavoratori è un successo, dovuto alla loro forte reazione al provvedimento. Il 15 gennaio i dipendenti della Dna avevano deciso per l’astensione del lavoro ed il presidio. Erano stati raggiunti da lavoratori della Ceva, che gestisce l’insieme del magazzino ricambi. Si trattava di rispondere alla decisione dell’azienda: procedere a quattro licenziamenti per motivo economico, come prevede la legge Fornero, per cui i lavoratori così non avrebbero più potuto rientrare ed avrebbero avuto solo risarcimento. In totale la Dna aveva annunciato 17 esuberi, tra cui un sindacalista Cobas, e quindi questi quattro lavoratori licenziati dovevano essere solo i primi di una serie già programmata. Dna, Ceva, e dietro di loro la Piaggio, vogliono fare pagare ai lavoratori le conseguenze delle evoluzioni del mercato. Ovviamente questa flessibilità è facilitata, oltre che dalla legge, dalla divisione dei lavoratori in varie ditte di subappalto, mentre tutti concorrono alla produzione Piaggio e ai profitti di questa impresa. Contro questi licenziamenti ci voleva una reazione unita dei lavoratori, a prescindere dalle sigle e dalle divisioni che giovano solo al padrone. Con lo sciopero, cominciato il 15 gennaio e proseguito fino al lunedì 18, i lavoratori di Dna e Ceva hanno costretto il padrone a ritirare il provvedimento. In una battaglia che sicuramente non è finita, hanno preso la strada giusta. Il fatto che il sindacalista Cobas non sia stato ancora reintegrato ci dice che su quella strada bisogna ancora fare altri importanti passi.  

Corrispondenza Pisa 

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