Appalti Piaggio ad alta tensione

Diritti in lotta. Bloccati per giorni i cancelli del magazzino ricambi Piaggio appaltato a Ceva, per protesta contro cinque licenziamenti alla subappaltante coop Dna. Alla fine quattro licenziamenti ritirati, non il quinto di Sandro Giacomelli, sindacalista scomodo dei Cobas. Anche il giudice del lavoro si occuperà del caso. 

Anche il sindaco piddino Simone Millozzi aveva spezzato una lancia per i lavoratori dell’indotto Piaggio, che per giorni hanno bloccato i cancelli del magazzino ricambi appaltato a Ceva, nonostante le temperature sotto lo zero. Alla fine quattro licenziamenti su cinque sono stati ritirati. Non il quinto, riguardante Sandro Giacomelli, storico sindacalista dei Cobas e dipendente della coop in subappalto Dna, messo alla porta dopo aver ricevuto sei capziosi provvedimenti disciplinari in quattro mesi. Mentre negli anni passati non ne aveva praticamente mai ricevuti. Nella giungla dei subappalti Piaggio, la scintilla della protesta era stata proprio il licenziamento di Giacomelli, cui erano seguiti gli altri quattro, tutti di operai in forza alla cooperativa Dna. Al sindacalista, denunciano i compagni di lavoro, è stato fatto pagare l’impegno a tutela degli altri lavoratori Dna: “La lotta per ottenere diritti minimi come il buono pasto — spiegano — al pari dei nostri colleghi di Ceva e Piaggio, ha dato fastidio all’azienda. Ma ancor di più la richiesta della non applicazione del jobs act in caso di cambio d’appalto, e la contrarietà agli esuberi di una ventina di operai annunciati dalla Dna la scorsa settimana”. “Senza considerare il mio caso – racconta a sua volta Giacomelli — la Dna aveva motivato i quattro licenziamenti con la contrazione dei volumi produttivi, mettendo per scritto che si trattava di ‘giustificato motivo oggettivo’, come previsto dalla legge Fornero”. Ben diversa la chiave di lettura dei sindacati confederali e di base, degli altri lavoratori Dna e anche di quella Ceva, solidali con i colleghi in subappalto: “Qualunque scusa è buona per mandare a casa i lavoratori non graditi all’azienda”. Intanto il licenziamento di Giacomelli, che è stato già impugnato di fronte al giudice del lavoro, continua a far rumore. I segretari comprensoriali di Cgil, Cisl e Uil hanno dato la loro solidarietà al sindacalista, definendo il suo licenziamento “pericoloso per l’attività sindacale e la libertà dei lavoratori”. Anche la Rsu Fiom della Piaggio ha preso posizione, sia a sostegno di Giacomelli che della lotta dei lavoratori Dna e Ceva. E il Prc attacca: “Per noi le responsabilità sono anche della Ceva e della Piaggio – osserva Giancarlo Onori — che non possono tapparsi gli occhi davanti a queste ingiustizie”. Una chiave di lettura non dissimile da quella che ha animato la presa di posizione di Millozzi: “Le ragioni lamentate dai lavoratori e dai sindacati – ha sottolineato il sindaco — meritano un approfondimento, a salvaguardia della vocazione industriale del nostro territorio”. 

Riccardo Chiari 

[Articolo il Manifesto 20.01.2016] 

Commenti