Lo scorso Ottobre abbiamo
promosso una prima Assemblea Provinciale dei Lavoratori, che si era
conclusa con l’impegno a proseguire il lavoro intrapreso.
Negli ultimi anni è
chiaramente mancata una risposta all’attacco padronale e i
cedimenti sono stati continui in tutti i settori e i luoghi di
lavoro. L’obiettivo che ci proponiamo è quello di provare a
trasformare l’insoddisfazione dei lavoratori per la politica
sindacale in una
iniziativa in grado di contrastare la pratica dei cedimenti in tutte
le fabbriche, a
livello provinciale, e far ripartire e sostenere la lotta
all’offensiva padronale.
Stabilire rapporti costanti
tra i delegati e gli operai più attivi nei diversi luoghi di lavoro
è il primo passo.
I confini di una singola fabbrica consentono solo una difesa limitata
e parziale e crediamo che sia l’ora di provare a estendere la
nostra esperienza in Piaggio e in Continental ad una pratica
sindacale comune, nei metodi e nei contenuti, con i lavoratori delle
altre fabbriche, in modo da creare le basi per far
pesare il numero e l’unità della classe operaia sia
nelle rivendicazioni a livello aziendale che nello scontro generale
con il padronato.
Crediamo che gli ultimi mesi
abbiano confermato in pieno la validità e l’attualità di questi
obiettivi e la possibilità di una coordinamento delle istanze che
nascono nei diversi luoghi di lavoro intorno alle fabbriche più
grandi.
Sul recente accordo alla
Continental, il nostro lavoro comune, tra delegati FIOM Piaggio e i
delegati Continental contrari ad un nuovo cedimento agli interessi
dell’azienda, ha permesso un’azione di informazione e di
contrasto sistematica e chiara nei contenuti e nell’alternativa che
intendiamo rappresentare.
Anche sulle questioni
generali, come le ultime leggi sul lavoro, l’esperienza degli
ultimi mesi dimostra la necessità di dar vita sul territorio a una
mobilitazione che dia continuità e prospettiva alle rivendicazioni
dei lavoratori.
Quello che vogliamo
promuovere è una attività, una pratica e una visione comune,
costruita su rapporti continuativi tra lavoratori e delegati delle
diverse fabbriche, in grado di confrontarsi anzitutto su tutti i
problemi e le esigenze che nascono nei posti di lavoro. Una
funzione che di fatto la FIOM e la CGIL non stanno svolgendo, tenendo
separate le vertenze e le esperienze.
Solo da questa pratica, che
deve svilupparsi nel tempo, possono venire orientamento, definizione
di obiettivi e capacità di intervento su tutte le questioni.
Per questo rifiutiamo ogni scorciatoia e siamo lontani da chi pone
pregiudiziali organizzative.
L’assemblea che ora
convochiamo deve essere perciò un’assemblea
di lavoro, tra chi
riconosce la necessità di un’azione comune e condivide questi
obiettivi, e deve avere come protagonisti i lavoratori e le
esperienze di fabbrica.
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