Oggi il mondo del Lavoro ha invaso piazza san Giovanni a Roma,
riempiendo anche le strade circostanti. Il Lavoro, quello che c'è e va
difeso e quello che manca e va creato. Lavoratrici e lavoratori,
giovani, studenti, precari, esodati, pensionati, immigrati, in centinaia
di migliaia sono giunti nella capitale da tutto il Paese per la
manifestazione nazionale della CGIL 'Lavoro, dignità, uguaglianza per
cambiare l'Italia'. Queste le parole con cui il sindacato ha raccolto
oggi la sfida del cambiamento aprendo un percorso di iniziative che
proseguirà nei prossimi mesi. I cortei - I due enormi cortei sono partiti in anticipo
per la grande partecipazione. Manifestanti da tutte le regioni, si sono
messi in viaggio già da ieri sera o dalle prime ore del mattino su
pullman, treni speciali, navi, aerei o mezzi propri. Protagonisti dei
cortei sono stati i giovani, insieme agli studenti alla testa di tutti
gli spezzoni e in apertura dei due cortei. Tanti gli striscioni, le
bandiere, i palloni e i fischietti, al corteo partito da Piazzale
Partigiani i modenesi hanno indossato magliette rosse con la scritta
'non sono da solo contro la crisi' e insieme a loro un gruppo di
'esodati'; da Carpi un folto gruppo di pakistani. I bolognesi hanno
distribuito cartoline, oltre 6mile, indirizzate al presidente del
consiglio Matteo Renzi con la scritta 'stiamo arrivando'. La Liguria,
dopo la tragica alluvione che ha colpito nei giorni scorsi Genova, ha
lanciato l'allarme per la messa in sicurezza del territorio. A colorare
il corteo anche i 'fantasmi rossi' dalla Puglia, giovani con cappucci
rossi in rappresentanza dei 500mila precari della regione. Altrettanto
imponente il corteo partito da Piazza della Repubblica e sopra al quale
la CGIL del Piemonte ha fatto volare quattro aquiloni 'velociraptor',
simbolo di chi vuole farci tornare all'età della pietra “mangiando” i
diritti contenuti nello Statuto dei Lavoratori. A Piazza della
Repubblica anche il furgone del 'Viaggio della legalità'
per la campagna 'Legalità: una svolta per tutte'. Tra i manifestanti i
lavoratori delle costruzioni riconoscibili per i cappelli di carta, come
quelli che i muratori usavano nel dopoguerra. 'I diritti non si
appaltano' e 'sosteniamo la proposta di legge sugli appalti' questa la
scritta sulle magliette rosse dei lavoratori degli addetti e delle
addette degli appalti della logistica della FILT Cgil. Una delegazione
di Vibo Valentia ha portato in strada dei grandi 'Giganti' di
cartapesta, che rappresentano un 'moro' e una nobildonna italiana a
rappresentare l’integrazione, davanti a loro il collettivo di immigrati
composto da lavoratori d'origine africana.In piazza - 'Xtutti'
la scritta umana. I giovani della CGIL hanno accolto i due cortei in
piazza con la scritta umana 'Xtutti' dal nome della nuova campagna
contro la precarietà che si sta diffondendo sui social network e
destinata a crescere dopo il 25 ottobre. Dal palco - Numerosi interventi dal palco hanno
raccontato uno spaccato del mondo del lavoro, presentati da tre giovani
sindacalisti Giulia, Rosita e Giacomo e intervallati dalla musica dei
Modena City Ramblers. La prima a prendere la parola è stata Marta,
Precaria delle poste, stabilizzata grazie all'aiuto del sindacato. "Ciao
Matteo sono Marta, so che sei impegnato alla Leopolda ma avrai 5 minuti
per sentire la mia storia”. Marta Alfieri ha raccontato la sua storia
di precaria delle poste stabilizzata grazie all'aiuto del sindacato.
Dopo diversi contratti precari, infatti, Marta fa ricorso alle poste,
grazie all'aiuto e all'interessamento attivo del sindacato, per venire
poi stabilizzata. "Il lavoro – ha detto - non deve essere merce. Ci sono
battaglie che abbiamo l'obbligo di combattere fino in fondo”. Dal palco
anche la voce degli operai dell’Ast di Terni in sciopero rappresentati
da Stefano Garzulla, Rsu della Fiom CGIL: “Matteo se non vieni tu a
Terni veniamo domani noi da te, alla Leopolda”. I lavoratori chiedono un
impegno concreto del governo per garantire il futuro delle Acciaierie
ternane e salvare il posto di lavoro di circa 550 dipendenti, dopo le
ipotesi di 'dismissione' dell'impianto annunciata dalla ThyssenKrupp.
Non sono mancati momenti di pathos, con i 180 lavoratori e lavoratrici
licenziati dell'orchestra dell'Opera di Roma che hanno suonato e cantato
'Nessun dorma', dalla Turandot di Puccini. Negli occhi di molti di
loro, così come in piazza, lacrime di commozione. E ancora il minuto di
silenzio per le morti sul lavoro, proposto da un lavoratore edile della
metropolitana di Napoli, iscritto alla Fillea Cgil, Giovanni Addezio. Camusso, senza lavoro non si cambia, ma si arretra. "Questi
sono i colori del lavoro, noi siamo con Marta con Debora con tutti i
lavoratori e lavoratrici” così ha esordito Camusso guardando la piazza
gremita, verso la quale secondo il Segretario Generale della CGIL, il
Premier Renzi si è rivolto con toni irrispettosi: “alla Leopolda e a
palazzo Chigi sappiano che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del
lavoro" perchè è nel lavoro che risiede il futuro del Paese, la strada
per risollevarsi dalla crisi. “Non c'è uscita dalla crisi senza lavoro,
lavoro buono, tutelato” non come sta facendo il governo con “tagli ai
diritti e salari più bassi”.“Noi vogliamo davvero cambiare il Paese, e il cambiamento è in questa
piazza, nei tanti presidi davanti ai cancelli delle aziende per
difendere il lavoro. La voglia di cambiare è nei pensionati, è nel volto
della lavoratrice licenziata perchè ha scelto di diventare mamma, è
nello sguardo del giovane che sta preparando la valigia per emigrare.
Per tutti questi volti dobbiamo cambiare verso e la prima scelta deve
essere il lavoro, libero e dignitoso, con i diritti. Senza lavoro non si
cambia, ma si arretra”.Non cambia verso per Camusso la legge di stabilità: “il rigore
dell'Unione europea continuerà a mantenere il Paese nella stagnazione,
la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare
strada”. La manovra non può essere costruita, ha detto Camusso con
“qualche taglio in più e qualche bonus, è insufficiente a creare
giustizia”. Giustizia e uguaglianza, ha precisato Camusso non sono
parole “antiche”, ma “sono la preocondizione del futuro”. Per la
dirigente sindacale “non si può fare la guerra tra poveri” per evitarla è
indispensabile “una tassa sulle grandi ricchezze, progressività e
giustizia fiscale”.Sull'articolo 18, la leader della CGIL ha ribadito a gran voce, con
esultanza della piazza “nessuno può dire che sia un totem ideologico, è
una norma che difende la libertà dei lavoratori, si tratta di tutele
concrete non ideologiche che fanno la differenza fra il lavoro servile e
il lavoro moderno” e ha aggiunto “nessuno può dire in buona fede che
togliere l'articolo 18 serva per la crescita”. Inoltre, ha ricordato
Camusso lo Statuto dei Lavoratori deve includere tutte le lavoratrici e i
lavoratori e allargare le tutele universali, come tutela della
maternità, della malattia e infortunio e del diritto al riposo, all’equa
retribuzione.La manifestazione nazionale di oggi è solo una tappa. La CGIL è pronta a
continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di
questo governo anche con lo sciopero generale. I prossimi appuntamenti
come ricordato dal Segretario Generale della CGIL saranno: il 5 novembre
al fianco dei pensionati e l'8 novembre in piazza con i lavoratori del
pubblico impiego.“E noi che non abbiamo paura della memoria, gridiamo come una volta 'al
lavoro e alla lotta'”. Così ha concluso il suo discorso dal palco di San
Giovanni, il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso, mentre
come sottofondo si sentono le note di “un'ora sola ti vorrei” , in
riferimento all'ultimo incontro del presidente Renzi con le
organizzazioni sindacali, a cui aveva concesso un incontro di un'ora.
- FOTO cortei, piazza S.Giovanni
- ASCOLTA: intervento Camusso
fonte:http://www.cgil.it/
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