Difendere scuola e università per uscire dalla crisi

La crisi economica globale esplosa nel 2008 si sta abbattendo sulle componenti più deboli della nostra società, a partire dagli operai, dai precari e dai migranti, assumendo tratti per molti versi strutturali. È giunto il momento di rispondere avviando nuovi percorsi e nuove pratiche di tipo politico, sociale, e sindacale che consentano di far interagire proprio chi ne ha subito le maggiori conseguenze, collegando soggetti solo apparentemente lontani tra loro e finora dispersi.Con questo obiettivo, anche a Pisa, chi si è riconosciuto nella manifestazione indetta dalla FIOM lo scorso 16 ottobre, ha deciso di dar vita al coordinamento provinciale Uniti contro la crisi. Delegati sindacali, lavoratori, cassa-integrati, ricercatori e docenti precari, studenti, esponenti di partiti e collettivi politici hanno scelto di avviare un dialogo il più possibile allargato e privo di preconcetti: un dialogo diretto anzitutto ad analizzare a fondo la crisi per come si manifesta concretamente nel territorio pisano individuando diritti e tutele da salvaguardare, lotte da connettere e amplificare, rivendicazioni da sostenere.Il nostro primo obiettivo è ottenere uno sciopero generale e generalizzato che consenta di bocciare la stagione dei tagli, del neoliberismo, delle privatizzazioni, della precarizzazione del lavoro e dell’esistenza. Contemporaneamente vogliamo mettere in campo lotte efficaci contro la schiavitù salariale imposta nelle fabbriche che delinea un modello di società dove le forme di sfruttamento saranno sempre più selvagge, dove diritti e tutele collettive e individuali non avranno spazio: è questo il modo con cui vogliono uscire dalla crisi, facendola pagare a chi non può, deteriorandone le condizioni di vita e di lavoro, accanendosi su potere di acquisto e di contrattazione.Quanto sta succedendo all’interno del mondo della scuola e dell’università non fa che confermare come siano ormai numerose le analogie tra i lavoratori di categorie che un tempo si pensavano lontani: lo smantellamento del sistema dell’istruzione pubblica deciso dal governo si accompagna nelle scuole e negli atenei sia ad un’esternalizzazione dei servizi selvaggia e senza diritti, che all’istituzionalizzazione del lavoro precario e senza tutele nella didattica e nella ricerca. L'istruzione, uno dei beni comuni, viene inoltre messo in discussione alla radice con il devastante attacco al diritto allo studio, presupposto indispensabile per garantire una reale democrazia nella società in cui viviamo. Oggi il diritto allo studio universitario rischia di essere cancellato per i pesanti tagli agli enti locali e al fondo nazionale tagliato del 90%.L'alternativa del governo, quella dei prestiti d'onore, è insostenibile. Se questi provvedimenti non verranno ritirati, e se la Regione Toscana non farà per intero la sua parte, non c'è solo il rischio ma la certezza che i servizi agli studenti, dalle mense agli alloggi, subiranno un drastico ridimensionamento, con conseguenze gravi anche sull'occupazione e sull'indotto.Aderiamo dunque con convinzione alla manifestazione provinciale di scuola e università del 17 novembre, per difendere un essenziale bene comune, il sistema pubblico dell’istruzione, e ribadire con forza che solo tornando ad investire nella conoscenza, nel sapere e nei diritti fondamentali dei lavoratori si potrà restituire un futuro al nostro paese.

Coordinamento provinciale Uniti contro la crisi - Pisa
Per contatti: uniticontrolacrisi@email.it

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